Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Α΄

Τίτλος:Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Α΄
 
Τόπος έκδοσης:Κέρκυρα
 
Εκδότης:Εταιρεία Κερκυραϊκών Σπουδών
 
Συντελεστές:Κώστας Δαφνής, Κ.Θ. Δημαράς, Αριστείδης Στεργέλλης
 
Έτος έκδοσης:1976
 
Σελίδες:370
 
Θέμα:Αποστολή εις Κεφαλληνίαν
 
Αυτοβιογραφία
 
Εκπαιδευτική δράσις
 
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Εμφανείς σελίδες: 123-142 από: 369
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άκτις φωτός, η οποία να διαλύση εκείνα τα σκότη, εντός των οποίων περιπλέκονται τα πράγματα, διά να αφοσιωθώμεν απερισπάστως εις την υπόθεσιν της Πολιτείας μας1. Ο ιππότης κύριος Μπενάκης δύναται μόνος να κατορθωση ώστε οι καλοί ούτοι ανθρωποι να εξέλθουν εκ της πλάνης. Η επιχείρησις αύτη θα δυνηθή να είναι λίαν επωφελής και χρήσιμος εις εκείνας τας άλλας, αι οποίαι θα έπρεπε να πραγματοποιηθούν, διά να κερδίσωμεν εκ νέου εις την Ομοσπονδίαν εκείνην την νήσον.

Διατελούμεν μετά βαθέος σεβασμού και υπολήψεως

ΙΩΑΝΝΗΣ ΚΟΜΗΣ ΤΟΥ ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑ

Αντιπρόσωπος της Αυτοκρατορικής Επιτροπής

φ.1 / Κάτω: Προς την Α.Ε. τον Πρόεδρον του Επτανησιακού Ομοσπονδιακού Συμβουλίου Κέρκυραν

Άνω: Αρ. 6 εις τρία δίφυλλα μετά συνημμένων δεκαοκτώ.

Δι’ ετέρας χειρός: Την 17 Μαΐου 1801 π. η. παραλαβή.

3

Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Κιβώτιον 7, αρ. 8

Eccellentissimo Principe,

La tranquillità, la pace in quest’isola si va da giorno in giorno viepiù stabilindo. Affinchè questo stato sia assoluto, non ci resta che tranquillizzare Lixuri e Livatò, che sentono tuttavia gl’eccitamenti dei briganti e rivoluzionarj. Si travaglia attualm(ent)e con questo divisamento, si scrissero varie lettere private, si spedirono jeri dei missionarj, onde assicurino quei rustici abitanti e quei patricj rusticani che d’ora innanzi non si avrà in animo che la loro pienissima soddisfazione perchè questa sia concorde alla legge, alla giustizia, all’imparcialità. Ne aspettiamo gl’effetti. E li speriamo favorevoli.

Queste direzioni saranno più valide, più efficaci, lorchè le addotterimmo, essendo anco nel caso di tranquillizzarli con la forza. Ed è questa forza, sono questi Presidi che abbiamo implorato; ci furono promesi; aspettiamo con impacienza.

Si aggiungi a quanto ebbimmo l’onore di dimandare col nostro dispaccio 30 passato il bisogno di otto mortaretti coi loro accompagna-

1. Επί του περιθωρίου : Ζάκυνθος.

Σελ. 123
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menti. Il nostro zelan(tissi)mo e bravo Col(onnell)o ha concepito un piano di esercizio, di rappresentanza che farà rispettare adesso e p(er) sempre i voleri dell’ Ecc(ellentissi)mo Senato. Si sarà quanto prima p(ro)p(r)io alla regola. Prosperi il cielo un tanto lavoro.

Riguardo a Stati Metaxà siamo tranquilli.

Si protestiamo con piena consid(erazione).

Argostoli 14 Maggio 1801

GIOV. CAPODISTRIA Del. Co. I.

Άνω διά χειρός του παραλήπτου: Addì 18 Mag(gi)o

1801 s.v. ricev(uta).

Εξοχώτατε Πρίγκιψ,

H ησυχία, η ειρήνη εις αυτήν την νήσον βαίνει οσημέραι επί μάλλον εδραιουμένη. Προς τον σκοπόν όπως το καθεστώς τούτο επιβληθή απολύτως, υπολείπεται να καθησυχάσωμεν το Ληξούρι και την Λιβαθώ, εις τα οποία γίνονται αισθηταί εν τούτοις αι εξεγέρσεις των ληστών και των επαναστατών. Γίνεται προσπάθεια προς το παρόν επ’ αυτού του σχεδίου, εγράφησαν διάφοροι ιδιωτικαί επιστολαί, επέμφθησαν χθες απεσταλμένοι, διά να βεβαιώσουν εκείνους τους χωρικούς και εκείνους τους μεγαλοκτηματίας ότι εφεξής θα στραφή η προσοχή εις την πληρεστάτην αυτών ικανοποίησιν, διά να είναι σύμφωνος προς τον νόμον, την δικαιοσύνην, την αμεροληψίαν. Αναμένομεν περί αυτού τ’ αποτελέσματα. Και τα ελπίζομεν ευνοϊκά.

Αι κατευθύνσεις αύται θα είναι πλέον ισχυραί, πλέον αποτελεσματικαί, εφ’ όσον τας υιοθετήσωμεν, ευρισκόμενοι ακόμη εις την περίπτωσιν να τους καθησυχάσωμεν διά της βίας. Και είναι αυτή η δύναμις — υπάρχουν αυτοί οι Πρόεδροι, τους οποίους παρεκαλέσαμεν· μας υπεσχέθησαν· αναμένομεν ανυπομόνως. Ας προστεθή εις ό,τι ελάβομεν την τιμήν να ζητήσωμεν διά της ημετέρας αναφοράς των 30 παρελθόντος η ανάγκη οκτώ μικρών όλμων μετά των συνοδευτικών αυτών αντικειμένων. Ο ημέτερος προθυμότατος και γενναίος Συνταγματάρχης έχει συλλάβει σχέδιον εξασκήσεως του έργου των αντιπροσώπων, το οποίον θα κατορθώση να σέβωνται <οι πολίται> τώρα και πάντοτε τας θελήσεις της Εξοχωτάτης Γερουσίας, θα είναι <το σχέδιον> το ταχύτερον δυνατόν ακριβώς ως κανών.

Είθε να ευνοήση ο Θεός τοιαύτην εργασίαν.

Όσον αφορά εις τον Ευστάθιον Μεταξάν, είμεθα ήσυχοι.

Αργοστόλιον 14 Μαΐου 1801

Διατελούμεν μετ’ απολύτου υπολήψεως

ΙΩΑΝΝΗΣ ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑΣ Απεστ. Αυτ. Επίτρ.

Άνω διά χειρός του παραλήπτου: Τη 18 Μαΐου

1801 π.η. παραλαβή.

Σελ. 124
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Αρχείον Ιονίου Γερουσίας

Κιβώτιον 7, αρ. 11

Eccellentissimo Principe,

Abbiamo veduto, accolto con vera esultanza la truppa da noi aspettata. Il strenuo sig(nor) Col(onnello) Varuca, i bravi uffiziali componenti il suo seguito sono tutti arrivati felicemente jeri ed oggi, 15 corrente, in questo dopopranzo si è verificato il suo pomposo ingresso in città. Fu ben disposta e concertata questa prima rappresentazione. Ne ritrassimo anco un effetto proporzionale all’ impressione che fece nell’ animo di tutti questi abitanti la sola noticia precorsa che alla Com(missione) Imperiale arrivava un rinforzo di soldati; un colonnello dei capitani ci prestò delle forze navali.

Disposta, acquartierata, ristorata che sia la truppa stessa si comincierà a farla travagliare tanto colla necessaria sua distribuzione ed espedizione nei riparti dell’ isola, come nell’ esercizio rappresentativo della stessa in questa piazza. Se abbiamo validamente sostenuto il decoro, i diritti dell’ Ecc(ellentissi)mo Governo Federativo, se fecimo con fanatismo rispettare e venerare il vessillo nostro, se la Commissione si fece iolare e considerare ora in mezzo alle armi alla civile guerra col solo artifizio di mostrarsi più sicura e più forte di quello che lo permettesse il vero e giusto sentimento [di] delle sue forze, se il valoroso ed industriosissimo Col(onnello) Pieri, unindo ai talenti militari gl’ epici, i drammatici, non avesse imposto alla popolazione; noi non dobbiano punto dubitare che in questo istante in cui si sentiamo addoppiata la nostra forza ed addoppiato l’ entusiasmo, che si riverbera rapidamente dall’ autorità civile sopra il graduato militare, dal graduato sopra il subalterno, da questi sopra il popolo e così vicendevolmente; noi non possiamo certamente dubitare che quanto prima il repubblicanismo settinsulare, senito con tanta vivacità ed interesse da questi valorosi militari e dai nostri soldati con subordinazione e vera attività di servigio, non sia per inspirarsi nello sprito del popolo e dei patrizj, i quali vorrebbero amare il nuovo governo, la nuova costituzione, che non si sentono un’anima abbastanza serva1 di orgasmi, vendette, feudalismi per appagarsi e felicitarsi di uno stato politico e civile il quale non può favorire, spalleggiare, garantire l’ esercizio delle feudali e fazionarie passioni.

La necessità di astenersene raffreda alcuni, fa filosofare gl’ altri

sulla caducità delle instituzioni governative in quest’ epoca. Noi non

1. Χφ. : Sevra

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 sappiamo esser sorpresi di questa degradazione del spirito pubblico, prima allarmato, disposto ed apprestato alla guerra, oggi per necessità di convenzione, per la forza delle preponderanti influenze di alcuni fra gl’ ottimi patrizj di quest’ isola, per l’ impressione di una forza autorevole obbligato a cadere. Noi sappiamo che il mentire pubblicamente i proprj principi o massime sostenute con tanta insistenza si è un tratto di morale φ. lv virtù che non è esigibile per certo dai nostri / repubblicani in quello stato di educazione e di superfiziale civilizzamento in cui li attrova l’ epoca presente.

Che che ne dicano, noi contiamo assaissimo sopra i repubblicani sentimenti di alcuni, copra la loro influenza, sulla nostra insistenza inamovibile di voler estirpare, per quanto ci sarà possibile, i germi della civile discordia, apprestare poi colle nostre cure, con quelle dei zelanti nostri cooperatori un favorevole terreno a questa dilicata pianta, che noi custodiamo con tanta gelosia da tante· morbifere e maligne meteore, che la vorrebbero sterilizzare. Non sarà mai qual ci fu affidata e qual potrà prosperare in questo focoso terreno si pianterà la nostra pianta del repubblicano governo. Saremo appieno felici, se vorranno tranquillamente lasciare che le radici s’ inviserino, si nutrano nel nativo terreno che le deve accogliere.

Da queste generali consideazioni passiamo alle particolari individuali circostanze, in cui si atrovano gl’ affari.

È arrivati dal Zante il s(ignor) Giovanni Coidan, il suo figlio da Trieste, si è riunita questa rispettabile famiglia, spogliata, dispersa dalla rusticana rivolta di Agosto dell’ anno passato. Sono anco arrivati dal Zante i figli del patricio Eustachio Metaxà; si aspetta a momenti il restante della sua famiglia... Il popolo tutto è commosso... Ogn’ uno lo ricerca. I più influenti fra gl’ ottimi cercano il ritorno nella patria di questo cittadino.

Eccitati noi dalla generale aspettazione, vinti dalla giustizia, non abbiamo potuto dietro al rapporto che alla Commissione Delegata si presentò dall’Esimio s(ignor) C. Corafà, che si onoriamo di accludere2 (n° 1), e dietro alla ponderata considerazione della carta (n° 2) di decretare l’ annullazione dell’ edito nostro, segnato 2 Maggio, nei modi e condizioni espresse nella nostra proclamazione, oggi pubblicata col consenso e ratifica della Commissione tutta Delegata (n° 3).

Non si diede l’ ostracismo ad Eustachio Metaxà, che in quanto si dubitava l’ effetto della sua venuta nell’ isola e dopo la considerazione che questa intempestiva e non aspettata venuta avesse ad essere ferace di turbamenti politici e civili.

1. Χφ. : tanti

2. Χφ. : occludere

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 Convinti come lo fummo dopo il parciale colloquio che ebbe con lui il C. di Capodistria che il progetto di questo sig(nor)e non era certamente quello di attentare al destino politico della Repubblica di Cefalonia, convinti in secondo luogo dopo il diradamento dei rustici armati, φ. 2 dopo l’ instituzione di un provvisorio, interino governo / che il d(otto)r Metaxà non avrebbe potuto nè poteva in fatto assumere colla sua venuta il carattere ed il posto di Preside dell’ isola, come lo fu fino all’ epoca della sua deposizione, opetata dalla rivolta di Agosto dell’ anno scorso, e come egli avrebbe desiderato, visto in fine il disarmo generale dell’ isola a la possibilità di riconciliare alla pubblica e generale tranquillità li difficili e troppo estesi diritti e pretensioni degli stessi danneggiati.

Noi si siamo determinati di richiamare alla patria questo cittadino, oggi senza colpe, per potere con esso, coi suoi danneggiati compagni trattare il grande, l’ importante affare del loro risarcimento.

Da questo a nostro parere dipende la tranquillità assoluta dell’ isola, la generale riconciliazione. Quanti sono i sospetti autori delle criminose operazioni piratiche del mese di Agosto dell’ anno passato tutti questi sono in armi, fomentano i paifici abitatori del riparlo di Lixuri e pertinenza di Livatò, cuoprono le loro fomentazioni col velo di politiche e civili cagioni, pretese, dimando irriconciliabili coll’ oggetti e mire della costituzione che si ha da realizzare... Noi pensiamo che tolti dalle loro radici questi germi di atuale discordia e di futura civile guerra si possa instituire con vera utilità di quest’ isola e della Federazione la Repubblica in Cefalonia.

A questo grande oggetto sono diretti i più intensi nostri studj, le nostre fatiche. Prosperi il cielo e la clemenza divina un tanto e si ardito progetto. Noi pensiamo di riconoscere privatamente col colloquio, col consenso dei danneggiati la qualità e quantità dei sofferti danni. Noi progettaremo a norme delle dimande varj metodi di risarcimento. Tutti però saranno piantati sul principio che il risarcimento di questi patrizj non abbia a portare la perpetuità della guerra civile, bensì abbia a soggezionare i pirati, soddisfare le giuste dimande e bisogni dei pregiudicati, non turbare nè adesso nè mai la pace e la tranquillità dell’ isola, non lasciare nemmeno i semi della civile discordia e della futura reazione.

Noi siamo certi che quando ci fosse dato di riuscire in questa impresa, la diradazione, l’ annichilamento successivo delle armate legioni dei rustici, oggi necessitato da una parziale difesa di cui ogn’ uno abbisogna, sarà per essere della maggior facilità. Questa importante operazione, verificata la Repubblica di Cefalonia, diviene ed in se stessa felice ed utile alla Federazione in ogni riguardo.

Malgrado tutte queste predisponenti operazioni, noi abbiamo dimandato

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dato all’ E. V. col nostro divoto rapporto dei 11 Maggio un’ autorizzazione di poter agire liberamente sulla dissipazione di questi rustici ed urbani militari. Noi ripetiamo caldamente le nostre istanze, giacché non φ. 2V sappiamo ben determinare se sia la spon / taneità o la forza che abbia a operare questa salutare rigenerazione in quest’ isola.

Quanto ai militari nostri, ricordaremo alla sapienza dell’ E.V. che la gratificazione accordata di tre para ai soldati, quattro alli caporali, cinque ai sargenti, dieci ai porta bandiere e quindici piastre agli ufficiali, deve essere mantenuta e per oggetti economici e per il ristauro di questa truppa, sia rispetto al vestiario come al suo sostentamento, tanto più che il divario che non passò a notia di questi militari, ma che si seppe dalli stessi e che fu rimesso alla in allora Presidenza di quest’ isola, non apporta una mensuale corrisponsione considerevole. Dunque sembra giusto che sti fissata dall’ Ecc(ellentissi)mo Senato la prima determinazione della Presidenza deliberata a favore dei militari.

Oggi colla cooperazione dei destinati collega abbiamo compito il lavoro della regola, con cui si ha da conformare il Maggiore Consiglio. Noi non si risparmiamo da nessuna fatica purché ci riesca di arrivare al termine che ci siamo prefisso.

Noi calcheremo le vie tutte del privato maneggio per condurre gl’ abitanti tutti alla generale riconciliazione. Ove queste per fino non bastassero, allora si faremo risoluti, usaremo delle forze che possediamo. Insomma noi non vogliamo che il cominciato travaglio abbia a sospendersi. Vogliamo vederlo assolutamente compito e lo speriamo.

Dimandiamo per quest’ oggetto dall’ E.V. l’ autorizzazione di agire risolutamente con quanti si provassero opponenti contraoperanti all’ instituzione che siamo per verificare.

Ci anima a far questa dimanda la venerata lettera dell’ Ecc. V., segnata 8 Maggio, la quale versa intorno all’ emigrazione dall’ Ecc(ellentissi)mo Senato del sig(nor) C. Andrea Metaxà. Diremo una parola su questo signore.

Arrivato in Cefalonia noi non la abbiamo trascurato, lo vidimmo, ma dalle sue misteriose e profetiche prodizioni abbiamo rilevato che, non ben sicuro dell’ esito delli suoi progetti, egli non poteva tener con noi il linguaggio dell’ ingenuo e libero cittadino. Lorchè poi le nostre operazioni hanno portato il frutto del generale disarmo in Argostoli, la famiglia dei C. Metaxà che era riccamente fornita di rustici armati, acquartierati tutti nella sua dominicale abitazione, si è immediatamente esportata in campagna e la sappiamo che tuttavia in armi ella resta non certamente colla mira di offendere, ma con quella di restarsene nella necessaria diffesa da una paventata irruzione.

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 Seguendo dunque con costanza i nostri principj ed i metodi che si siamo prefissi noi non usaremo dell’ autorità che dall’ E.V. ci viene impartita, che nel solo caso in cui si risultasse irrimediabilmente conciliabile la fraternizzazione di questi patricj, per tante cause oggetti, interessi aspramente concitati ed inimicati. Aggiungeremo a questa dimanda un’ φ. 3 altra / riguardante il compimento del militare servigio.

Ci sia spedito (ove l’ E.V. trovasse ciò verificabile) l’ obice da 40 esistenti alla Gran Guardia, fornito dei relativi apprestamenti e munizioni ciò a dire cariche, bombe e sacchetti, inoltre conquanta o sessanta fasine incendiarie imbarilate. Tutti questi bellici e distruttivi instrumentnon li dimandiamo che per essere in istato di poter operare robustamente, quando la più stretta necessità lo imperasse.

Il strenuo Col(onnello) Varuca ha pienamente assunto il suo uffizio in quest’ isola, come ci fu ordinato dall’ E.V. col venerato foglio 10 Maggio. Il Col(onnello) Pieri, di cui giammai dirà abbastanza la Commissione Imperiale e per i suo zelo e per il disappassionato ma entusiastico suo servigio verso la nostra Repubblica, ha rispettato con vera grandezza di animo le sovrane deliberazioni dell’ Ecc(ellentissi)mo Senato e le militari discipline, cedendo al suo superiore il comando stesso della piazza di Cefalonia. Noi però gli abbiamo conferito col consenso del Col(onnello) Comandante il carico di Colonnello d’ Ispezione per serbare a questo zelante militare attivissimo, ben amato e rispettato dai Cefaleni, quella influenza ed azione da cui noi ripetiamo in gran parte i prosperi successi delle nostre direzioni civili e politiche in quest’ isola.

Noi dobbiamo pregare V.E. e l’ Ecc(ellentissi)mo Senato che non ci sia mai divietato, ove fossimo tanto felici di poter passare nelle altre isole a compiere il nostro uffizio, di aver per compagno nella militare esecuzione questo abilissimo ed a tanto uopo esperimentato militare.

Questo interino Governo si fa da noi meno attivo che sia possibile, appunto perchè amiano di mantenere costantemente ferme le nostre proclamazioni. Si affrettiamo per ciò di passare alla composizione del Maggior Consiglio e quindi all’ elezione del nuovo Pritanico Magistrato, instituito il quale noi pensiamo di renderlo funzionante onde togliere affatto di azione questa interina amministrazione governativa.

Siamo con pienissima considerazione

Argostoli 17 Maggio 1801

NICOLO GRADENIGO SICURO

C(on)te di Siila C(avalie)r, Commiss. Imp.

GIOV. C. DI CAPODISTRIA Del. Comm. I.

Σελ. 129
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φ. 1 / Άνω: Ν° 9 in fogli due con inserte quattro.

Δι’ ετέρας χειρός: Addì 21 Mag(gi)o 1801 s.v. ricev(uta).

Εξοχώτατε Πρίγκιψ,

Είδομεν, υπεδέχθημεν την υφ’ ημών αναμενομένην στρατιωτικήν δύναμιν μετά πραγματικής επευφημίας. Ο γενναίος Συνταγματάρχης κύριος Βαρούχας, οι ανδρείοι αξιωματικοί οι συναποτελούντες την ακολουθίαν του, έφθασαν όλοι αισίως χθες και σήμερον, 15 τρέχοντος, τούτο το απόγευμα επραγματοποιήθη η πομπώδης είσοδός των εις την πόλιν. Ετακτοποιήθη και ωργανώθη καλώς η πρώτη αύτη αντιπροσωπευτική δύναμις. Απεκομίσαμεν προσέτι αποτέλεσμά τι ανάλογον προς την εντύπωσιν την οποίαν ενεποίησεν εις την ψυχήν όλων τούτων των κατοίκων μόνη η προπορευθείσα είδησις ότι εις την Αυτοκρατορικήν Επιτροπήν έφθανεν ενίσχυσις στρατιωτών· πλοίαρχός τις παρέσχεν εις ημάς ναυτικάς δυνάμεις.

Ευθύς ως τακτοποιηθή, εγκατασταθή, αναπαυθή η εν λόγω δύναμις, θα γίνη έναρξις των ταλαιπωριών της τόσον ένεκα της κατανομής και αποστολής εις τα διαμερίσματα της νήσου όσον και κατά την χαρακτηριστικήν άσκησιν της ιδίας εις το φρούριον τούτο. Εάν υπεστηρίξαμεν σθεναρώς το κύρος, τα δικαιώματα της Εξοχωτάτης Ομοσπονδιακής Κυβερνήσεως, εάν επεδιώξαμεν μετά φανατισμού να σέβωνται και να τιμούν την ημετέραν σημαίαν, εάν η Επιτροπή ενέδωσε να υποστή βίαν και να θεωρήται μέχρι τώρα εις τον εμφύλιον πόλεμον περιβαλλομένη υπό εχθρών με το μοναδικόν τέχνασμα να φανή περισσότερον ασφαλής και περισσότερον ισχυρά εκείνου το οποίον θα επέτρεπε το αληθές και ακριβές αίσθημα των δυνάμεών της, εάν ο γενναίος και φιλοπονώτατος Συνταγματάρχης Πιέρης δεν είχεν επιβληθή επί του λαού ενώνων μετά των στρατιωτικών προσόντων τα προσόντα του επικού ήρωος, του δραματικού πρωταγωνιστού· δεν πρέπει διόλου να αμφιβάλλωμεν ότι την στιγμήν ταύτην, κατά την οποίαν αισθανάμεθα διπλασιαζομένην την ημετέραν δύναμιν και διπλασιαζόμενον τον ενθουσιασμόν, όστις αντανακλά αστραπιαίως εκ της πολιτικής εξουσίας επί της στρατιωτικής ιεραρχίας, εκ της ιεραρχίας επί των κατωτέρων, εξ αυτών επί του λαού και ούτω του ενός επί του άλλου, ημείς βεβαίως δεν δυνάμεθα να αμφιβάλλωμεν ότι εφόσον προηγουμένως ο επτανησιακός ρεπουμπλικανισμός, γινόμενος αισθητός μετά πολλής εντάσεως και ενδιαφέροντος υπό των γενναίων τούτων στρατιωτικών και υπό των ημετέρων στρατιωτών μετά υποταγής και πραγματικής δραστηριότητος περί την υπηρεσίαν, δεν επιδράση επί του πνεύματος του λαού και των ευγενών, οι οποίοι θα ήθελον να αγαπώσι την νέαν Κυβέρνησιν, το νέον σύν-

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 σύνταγμα, οι οποίοι δεν συναισθάνονται ότι υπάρχει ψυχή εντελώς υποκειμένη εις επιθυμίας, εκδικήσεις, φεουδαρχικά συστήματα, διά να αμείβωνται και να συγχαίρουν διά μίαν κατάστασιν πολιτικήν και αστικήν, η οποία <όμως τώρα> δεν δύναται να ευνοήση, να υποστηρίξη, να εγγυηθή διά την εξάσκησιν των φεουδαρχικών και φατριαστικών παθών.

Η ανάγκη της αποχής ψυχραίνει μερικούς, άλλους τους κάμει να φιλοσοφούν περί του εφημέρου των κυβερνητικών θεσμών κατά την εποχήν ταύτην. Ημείς δεν αναγνωρίζομεν ότι έχομεν εκπλαγή εκ της υποτονίας ταύτης της κοινής γνώμης, η οποία προηγουμένως ετέθη εις συναγερμόν, διετέθη και προητοιμάσθη εις πόλεμον, σήμερον όμως διά την ανάγκην του συμβιβασμού, διά την ισχύν των επικρατουσών επιρροών μερικών εκ των αρίστων ευγενών της νήσου ταύτης, διά τον εντυπωσιασμόν εκ δυνάμεως σοβαράς υπεχρεώθη να υποχωρήση. Ημείς γνωρίζομεν ότι το να διαψεύδη τις δημοσία τας ιδίας αρχάς ή διδαχάς, υποστηριχθείσας μετά πολλής επιμονής, είναι πράξις της ηθικής, περί της οποίας δεν δύναται να έχη κανείς απαιτήσεις φ. 1ν βεβαίως παρά των ημετέρων / δημοκρατικών κατά το στάδιον εκείνο της μορφώσεως και του επιφανειακού εκπολιτισμού εις το οποίον ευρίσκονται κατά την παρούσαν εποχήν.

Ο,τιδήποτε και αν λέγουν, ημείς υπολογίζομεν πολύ εις τα δημοκρατικά αισθήματα ωρισμένων, εις την επιρροήν αυτών, εις την ημετέραν αμετακίνητον επιμονήν να θέλωμεν να εκριζώσωμεν, όσο θα είναι εις ημάς δυνατόν, τα σπέρματα της πολιτικής διχονοίας, έπειτα να προετοιμάσωμεν διά των ημετέρων φροντίδων, δι’ εκείνων των δραστήριων συνεργατών, μας ευνοϊκήν γην διά το λεπτεπίλεπτον τούτο φυτόν, το οποίον ημείς φυλάττομεν μετά πολλού ζήλου από πολλών θανατηφόρων και δυσμενών συνθηκών, αι οποίαι θα ήθελον να το καταστήσουν άκαρπον. Δεν θα είναι ποτέ εκείνο το φυτόν το οποίον μας ενεπιστεύθησαν και εις το κατακαίον τούτο έδαφος θα φυτευθή το ημέτερον φυτόν της ομοσπονδιακής κυβερνήσεως, οποίον θα δυνηθή να ευδοκιμήση. θα είμεθα απολύτως ευτυχείς, εάν θελήσουν να αφήσουν να εισχωρήσουν ησύχως αι ρίζαι, να τραφούν εις το γενέθλιον έδαφος, το οποίον πρέπει να τας δεχθή.

Εκ των γενικών τούτων θεωρήσεων ας έλθωμεν εις τας ειδικάς ιδιαιτέρας περιστάσεις, εις τας οποίας ευρίσκονται τα ζητήματα.

Αφίχθησαν εκ Ζακύνθου οι κ. Ιωάννης Χοϊδάς, ο υιός αυτού εκ Τεργέστης, ανασυνεδέθη η αξία σεβασμού αύτη οικογένεια, απογυμνωθείσα, διασκορπισθείσα εκ της επαναστάσεως των χωρικών του Αυγούστου του παρελθόντος έτους. Έφθασαν ακόμη εκ Ζακύνθου οι υιοί του ευγενούς Ευσταθίου Μεταξά· αναμένεται από στιγμής εις στιγμήν το υπόλοιπον της οικογενείας του.. Σύμπας ο λαός συνεκινήθη... Οι πάντες τον αναζητούν... Οι πλέον ισχυροί μεταξύ των αρίστων επιζητούν την επιστροφήν εις την πατρίδα του πολίτου τούτου.

Σελ. 131
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 Εξερεθισθέντες εκ της γενικής αναμονής, ηττηθέντες παρά της δικαιοσύνης, δεν ηδυνήθημεν συμφώνως προς την έκθεσιν ήτις παρεδόθη εις την διαπεπιστευμένην Επιτροπήν παρά του διαπρεπούς κυρίου Κ. Χωραφά, έχομεν δε την τιμήν να εσωκλείσωμεν (αρ. 1), και συμφώνως προς την εσταθμισμένην διαπραγμάτευσιν του εγγράφου (αρ. 2) να θεσπίσωμεν την ακύρωσιν του ημετέρου διατάγματος υπό ημερομηνίαν 2 Μαΐου, κατά τους τρόπους και τους όρους τους διατυπωθέντας εις την ημετέραν προκήρυξιν, δημοσιευθείσαν σήμερον μετά συναινέσεως και επικυρώσεως ολοκλήρου της διαπεπιστευμένης Επιτροπής (αρ. 3).

Δεν εγένετο ο οστρακισμός εις τον Ευστάθιον Μεταξάν, ειμή καθ’ όσον ήτο αμφίβολον το αποτέλεσμα της ελεύσεώς του εις την νήσον και κατόπιν της σκέψεως ότι η άκαιρος αύτη και μη αναμενομένη έλευσις θα έπρεπε να είναι φορεύς πολιτικών και κοινωνικών αναταραχών.

Ευθύς ως επείσθημεν μετά την ιδιαιτέραν συνομιλίαν, την οποίαν έσχε μετ’ αυτού ο Κόμης του Καποδίστρια, ότι το σχέδιον του κυρίου τούτου δεν ήτο βεβαίως να επηρεάση το πολιτικόν πεπρωμένον της Δημοκρατίας της Κεφαλληνίας, πεπεισμένοι αφ’ ετέρου μετά την αραίωσιν των ενόπλων χωρικών, μετά την συγκρότησιν μιας προσωρινής, περιωρισμένης διαρκείας κυβερνήσεως φ . 2 / ότι ο δόκτωρ Μεταξάς δεν θα είχε δυνηθή ούτε πράγματι ηδύνατο να αναλάβη ομού μετά της ελεύσεώς του τον χαρακτήρα και την θέσιν του Προέδρου της νήσου, όπως υπήρξε μέχρι της εποχής της παύσεώς του, ενεργηθείσης παρά της επαναστάσεως του Αυγούστου του παρελθόντος έτους, και όπως θα είχεν επιθυμήσει, ληφθέντος υπ’ όψιν τέλος του γενικού αφοπλισμού της νήσου και της δυνατότητος να συνδυασθούν προς την δημοσίαν και γενικήν ησυχίαν τα δυσχερή και λίαν ευρέα δικαιώματα και απαιτήσεις των ιδίων των ζημιωθέντων, ελάβομεν την απόφασιν να ανακαλέσωμεν εις την πατρίδα τον πολίτην τούτον, σήμερον άνευ πταισμάτων, διά να δυνηθώμεν να διαπραγματευθώμεν μετ’ αυτού, μετά των ζημιωθέντων συντρόφων του την μεγάλην, την σπουδαίαν υπόθεσιν της αποζημιώσεώς των.

Εξ αυτού κατά την κρίσιν μας εξαρτάται η απόλυτος ησυχία της νήσου, η γενική συμφιλίωσις. Όσοι είναι οι υποπτοι πρόξενοι των εγκληματικών πειρατικών επιχειρήσεων του Αυγούστου του παρελθόντος έτους πάντες ούτοι ευρίσκονται εις τα όπλα, υποδαυλίζουν τους ειρηνικούς κατοίκους του διαμερίσματος του Ληξουρίου και των περιχώρων της Λιβαθούς, καλύπτουν τας ανατρεπτικάς ενεργείας των διά του πέπλου των πολιτικών και κοινωνικών αιτιών, απαιτήσεων, διεκδικήσεων ασυμβιβάστων προς τους σκοπούς και τους στόχους του συντάγματος το οποίον πρόκειται να εφαρμοσθή... Ημείς σκεπτόμεθα ότι διά της αποσπάσεως εκ των ριζών των των σπερμάτων τούτων της παρούσης διχονοίας και του μέλλοντος εμφυλίου πολέμου είναι δυνατόν να εγκαθιδρύσωμεν εν τη Κεφαλληνία την Δημοκρατίαν μετά πραγματικής ωφελείας της νήσου ταύτης και της Ομοσπονδίας.

Σελ. 132
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 Προς τον μέγαν τούτον σκοπόν κατηυθύνθησαν αι πλέον εντατικαί μελέται ημών, οι ημέτεροι μόχθοι. Είθε να ευνοήση ο Θεός και η θεία επιείκεια εν τόσον μέγα και τόσον μεγαλεπήβολον σχέδιον. Σκεπτόμεθα να αναγνωρίσωμεν ιδιωτικώς κατόπιν συζητήσεως, κατόπιν συμφωνίας των ζημιωθέντων, το είδος και το μέγεθος των προκληθεισών ζημιών. Θα σχεδιάσωμεν επί τη βάσει των αιτήσεων διαφόρους τρόπους επανορθώσεως. Τα πάντα όμως θα τοποθετηθούν επί της αρχής ότι η αποκατάστασις των ευγενών τούτων δεν πρόκειται να προκαλέση την συνέχισιν του εμφυλίου πολέμου, αλλά πρόκειται να υποτάξη τους πειρατάς, να ικανοποιήση τα δίκαια αιτήματα και τας ανάγκας των ζημιωθέντων, να μη ταράξη ούτε τώρα ούτε ποτέ την ειρήνην και την ηρεμίαν της νήσου, να μη αφήση ούτε καν τα σπέρματα της πολιτικής διχόνοια ς και της μελλοντικής αντιδράσεως. Είμεθα βέβαιοι ότι, εφ’ όσον ηθέλομεν επιτύχει εις την επιχείρησιν ταύτην, η αραίωσις, εν συνεχεία η εκμηδένισις των εξωπλισμένων φαλάγγων των χωρικών, επιβαλλόμεναι σήμερον υπό της ανάγκης ατομικής ασφαλείας, της οποίας έκαστος έχει ανάγκην, θα πραγματοποιηθούν διά της μεγαλυτέρας ευκολίας. Η σπουδαία αύτη επιχείρησις, εάν πραγματοποιηθή η δημοκρατία της Κεφαλληνίας, αποβαίνει και καθ’ εαυτήν ευτυχής και ωφέλιμος εις την Ομοσπονδίαν από πάσης απόψεως.

Παρά πάσας τας προκαταρκτικάς ταύτας ενεργείας εζητήσαμεν εκ μέρους της Y. Ε. διά της ημετέρας ευσεβάστου εκθέσεως της 11 Μαΐου μίαν εξουσιοδότησιν να δυνάμεθα να ενεργώμεν ελευθέρως ως προς τον διασκορπισμόν αυτών των στρατιωτικών των χωρίων και των πόλεων. Επαναλαμβάνομεν θερμώς τας ημετέρας εκκλήσεις, εφόσον δεν γνωρίζομεν καλώς να αποφανθώμεν φ. 2ν εάν είναι το αυτόβουλον / ή η βία τα οποία πρόκειται να ενεργήσουν την σωτήριον ταύτην επανόρθωσιν εις την νήσον.

Όσον αφορά εις τους ημετέρους στρατιωτικούς, θα υπενθυμίσωμεν εις την βαθύνοιαν της Y. Ε. ότι η παραχωρηθεισα δωρεά των τριών παράδων εις τους στρατιώτας, των τεσσάρων εις τους δεκανείς, των πέντε εις τους λοχίας, των δέκα εις τους σημαιοφόρους και των δεκαπέντε παράδων εις τους αξιωματικούς, πρέπει να διατηρηθή και διά λόγους οικονομικούς και διά την ανανέωσιν της δυνάμεως ταύτης ως προς τον ιματισμόν και την διατροφήν της, τοσούτω μάλλον καθ’ όσον η διαφορά, ήτις δεν ανεκοινώθη εις τους στρατιωτικούς τούτους, αλλ’ όμως περιήλθεν εις γνώσιν των ιδίων και κατεβλήθη εις την προηγουμένην Προεδρίαν, δεν αποφέρει αξιόλογον μηνιαίαν αναλογίαν αυξήσεως. Φαίνεται λοιπόν δίκαιον όπως παραμείνη εν ισχύϊ εκ μέρους της Εκλαμπροτάτης Γερουσίας η πρώτη απόφασις της Προεδρίας καθορισθείσα υπέρ των στρατιωτικών.

Σήμερον διά της συνεργασίας των διορισθέντων συναδέλφων συνεπληρώσαμεν την εργασίαν του οργανισμού, διά του οποίου πρόκειται να συγκροτηθή το Μείζον Συμβούλιον. Ουδενός κόπου φειδόμεθα όπως κατορθώσωμεν να φθάσωμεν εις τον σκοπόν ον προετάξαμεν.

Σελ. 133
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 Θα διανύσωμεν πάσαν οδόν ιδιωτικού χειρισμού, διά να οδηγήσωμεν πάντας τους κατοίκους εις την γενικήν συμφιλίωσιν. Όπου τα μέσα ταύτα δεν ήθελον επαρκέσει, τότε θα αποφασίσωμεν, θα χρησιμοποιήσωμεν τας δυνάμεις τας οποίας κατέχομεν. Γενικώς δεν θέλομεν να διακοπή η αναληφθείσα προσπάθεια. Θέλομεν απολύτως να την ίδωμεν ολοκληρωθείσαν και το ελπίζομεν.

Ζητούμεν διά το θέμα τούτο παρά της Y. Ε. την εξουσιοδότησιν να ενεργώμεν αποφασιστικώς εναντίον όσων αντιτιθεμένων θα εδοκίμαζον, αντενεργούντων εις τον θεσμόν τον οποίον πρόκειται να θέσωμεν εις εφαρμογήν.

Μας ενθαρρύνει να προβώμεν εις το αίτημα τούτο η σεβαστή επιστολή της Y. Ε. υπό ημερομηνίαν 8 Μαΐου, η οποία ασχολείται περί την απομάκρυνσιν εκ της Εκλαμπροτάτης Γερουσίας του Κόμητος κυρίου Ανδρέου Μεταξά. θα είπωμεν περί του κυρίου τούτου μίαν λέξιν.

Αφιχθέντος εις Κεφαλληνίαν δεν ηδιαφορήσαμεν περί τούτου, τον είδομεν, αλλ’ εκ των μυστηριωδών και προφητικών προρρήσεών του διεπιστώσαμεν ότι αβέβαιος ων περί της εκβάσεως των σχεδίων του δεν ηδύνατο να διαλεχθή μεθ’ ημών ως γνήσιος και ελεύθερος πολίτης. Όταν κατόπιν αι ημέτεραι ενέργειαι επήνεγκον τον καρπόν του γενικού αφοπλισμού εις Άργοστόλιον, η οικογένεια των κομήτων Μεταξά, η οποία διέθετεν αφθόνως ενόπλους χωρικούς, πάντας εγκατεστημένους εις την μόνιμον κατοικίαν της, μετεκινήθη αμέσως εις την ύπαιθρον και γνωρίζομεν ότι, μολονότι ένοπλος αύτη, παραμένει, ουχί με τον σκοπόν βεβαίως να επιτεθή, αλλά να παραμείνη εν τη δεούση αμύνη κατά μιας απειλουμένης εισβολής.

Ακολουθούντες λοιπόν μετά σταθερότητος τας ημετέρας αρχάς και μεθόδους, τας οποίας έχομεν προκαθορίσει, δεν θα χρησιμοποιήσωμεν την εξουσίαν την παραχωρηθείσαν ημίν εκ της Y. Ε., ει μη εις μόνην την περίπτωσιν καθ’ ην θα προέκυπτεν αφεύκτως δυνατή η συναδέλφωσις των ευγενών τούτων, διά διαφόρους λόγους αντιτιθεμένων, διά συμφέροντα σφοδρώς ανακινηθέντα και γενόμενα πρόξενα μίσους. Θα προσθέσωμεν εις την αίτησιν ταύτην μίαν

άλλην / αφορώσαν εις την συμπλήρωσιν της στρατιωτικής υπηρεσίας.

Ας μας αποσταλή (όταν η Υ. Ε. θα εύρισκε τούτο πραγματοποιήσιμον) το οβιδοβόλον εκ των 40 υπαρχόντων εις την μεγάλην σκοπιάν, εφωδιασμένον διά των σχετικών εξαρτημάτων και πυρομαχικών, δηλαδή γομώσεων, βομβών και σακκιδίων, επί πλέον πεντήκοντα ή εξήκοντα εμπρηστικαί δέσμαι εντός βαρελίων. Πάντα τα πολεμικά και καταστρεπτικά όργανα δεν τα ζητούμεν, ειμή διά να είμεθα εις κατάστασιν να δυνάμεθα να ενεργώμεν μετ’ αποτελεσματικότητος, όταν θα το απήτει η πλέον στενή ανάγκη.

Ο γενναίος Συνταγματάρχης Βαρούχας ανέλαβε πλήρως τα καθήκοντά του εις την νήσον ταύτην, όπως μας απεστάλη διαταγή παρά της Y. Ε. διά του σεβαστού εγγράφου της 10 Μαΐου. Ο Συνταγματάρχης Πιέρης, περί του οποίου ουδέποτε θα κάμη λόγον αρκούντως η Αυτοκρατορική Επιτροπή και

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 διά τον ζήλον του και διά την άνευ φανατισμού αλλ’ ενθουσιώδη υπηρεσίαν του προς την ημετέραν Δημοκρατίαν, εσεβάσθη μετά πραγματικής μεγαλοψυχίας τας υψηλάς αποφάσεις της Εκλαμπροτάτης Γερουσίας και τα στρατιωτικά πειθαρχικά μέτρα, παραχωρήσας εις τον ανώτερόν του αυτήν την διοίκησιν του φρουρίου της Κεφαλληνίας. Ημείς όμως του προσεφέραμεν κατόπιν συναινέσεως του έχοντος το γενικόν πρόσταγμα Συνταγματάρχου τα καθήκοντα του Συνταγματάρχου της Επιθεωρήσεως, διά να διατηρήσωμεν εις τον ενθουσιώδη τούτον δραστηριώτατον στρατιωτικόν, υπεραγαπώμενον και τιμώμενον παρά των Κεφαλλήνων, εκείνην την επιρροήν και δράσιν εκ της οποίας ημείς λαμβάνομεν κατά μέγα μέρος τας σημαντικάς επιτυχίας των ημετέρων επιδιώξεων, κοινωνικών και πολιτικών, εν τη νήσω ταύτη.

Ημείς οφείλομεν να παρακαλέσωμεν την Y. Ε. και την Εκλαμπροτάτην Γερουσίαν όπως ουδέποτε μας απαγορευθή, όταν ηθέλομεν φθάσει εις την ευτυχή στιγμήν να δυνάμεθα να διαπεραιωθώμεν εις τας άλλας αδελφάς νήσους, διά να συμπληρώσωμεν το έργον μας, να έχωμεν ως συνοδόν εις την στρατιωτικήν αποστολήν τον ικανώτατον τούτον και εις τόσον μεγάλην ανάγκην δεδοκιμασμένον στρατιωτικόν.

Η προσωρινή αύτη Κυβέρνησις γίνεται εξ ημών το ολιγώτερον δυνατόν δραστήρια, ακριβώς επειδή αγαπώμεν να διατηρήσωμεν σταθερώς ισχυούσας τας ημετέρας προκηρύξεις. Διά τούτο επειγόμεθα να προσέλθωμεν εις την σύνθεσιν του Μείζονος Συμβουλίου και εν συνεχεία εις την εκλογήν της νέας Πρυτανικής Αρχής, μετά την εγκαθίδρυσιν της οποίας σκεπτόμεθα να την θέσωμεν εις λειτουργίαν, διά να διακόψωμεν εντελώς την λειτουργίαν της προσωρινής ταύτης κυβερνητικής διοικήσεως.

Αργοστόλιον 17 Μαΐου 1801

Διατελούμεν μετά μεγίστης υπολήψεως

ΝΙΚΟΛΑΟΣ ΓΡΑΔΕΝΙΓΟΣ ΣΙΓΟΥΡΟΣ

Κόμης Δεσίλλας, Ιππότης, Αυτοκρατορικός Επίτροπος

ΙΩΑΝΝΗΣ ΚΟΜΗΣ ΤΟΥ ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑ

Αντιπρόσωπος Αυτοκρατορικός Επίτροπος

1 / Άνω: Αρ. 9 εις δίφυλλα δύο μετά τεσσάρων συνημμένων.

Δι’ ετέρας χειρός: Την 21 Μαΐου 1801 π.η. παραλαβή.

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Αρχείον Ιονίου Γερουσίας

Κιβώτιον 7, αρ. 22

Serenissimo Principe,

Dobbiamo render conto all’E.V. di quanto avvenne in quest’isola dal giorno 1 Giugno fino al’dì d’oggi. Incontriamo questo dovere con tanto

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 più d’interesse e di sollecitudine, quanto il soddisfarlo pienamente ci lusinga che dalle venerate risposte di V.E. i nostri passi possano prendere una più risoluta e decisiva direzione, la nostra impresa possa avere dopo tanti contrasti, dibattimenti, guerre, e civili e militari, il più compito e glorioso successo.

Fino dagli ultimi giorni del decorso mese di Maggio noi ci vedevamo sparire ogni giorno qualche membro della Commissione Generale, interinamente al Governo appartenente al riparto di Lixuri. S’accrebbe il loro ritiro fino a non vederne più nessuno e le particolari seioni, economica ai viveri e militare, restarono cuoperte soltanto da soli Argostoliotti... Alla nostra vigilanza non è sfgito qusto prmo elmendella nuova minacciata divisione. Si invitarono espressamente senza frutto. S

aro non reclami ma notizie esterne che Magistrato di Sanità di Lixuri era in riss, in questioni col Magistrato di Argostoli. In fine, alle nostre scrupolose indagini non è sfugita la positiva notizia che degli ammassi, assoldamenti, arruolamenti dell’apprestamento in fine guerresco che si preparava dagl’insorgenti nella campagna di Argostoli, correvano delle comunicazioni, delle intelligenze anco con alcuni abitanti di Lixuri. Ivi si fecero generosi acquisti di munizioni da guerra in quella rada, i più studiati tentativi per impadronirsi apparentemente del vascello cuoperto dal Cap. Ferendino, per darci anco battaglia marittima, mentre che dallo terrestre si sarebbe travagliata la devastazione della città. 11 sig(nor) Anastasio Cazaiti, scrivano del bastimento, fece questa deposizione ed il verificarla costà con maggiori dettagli non sarebbe difficile.

L’insurrezione dunque generale era ben disegnata ed abbenchè ella sembrasse inverificabile per i tanti Presidi che si sono presi, pure i soli sospetti autorizzavano il bisogno di nuove legioni, di nuovi assoldamenti e sacrifizj dalla parte del Governo. L’allarme generale autorizzava le armi, le armi il disordine e l’orgoglio guerresco nei rustici.

Conveniva dunque scioglier l’incanto, appurare le notizie, isolarle, distinguerle per quindi determinare l’assoluta dissipazione e fuga dei nemici che colla seduzione s’accrebbero in parte coll’oro e colli generosi appuntamenti andavano a estendersi a dismisura.

Abbiamo determinato di passare a Lixuri personalmente per conoscere meglio la situazione e lo spirito di quegli abitanti, per acquistarli anco φ. 1v e temporeggiare. / Nel giorno p(ri)mo Giugno passammo a Lixuri, scortati dalla guarnigione che doveva dare il solito cambio a quella che avevamo là destinata.

Presimo imbarcazione sulla nostra galeottina. Il nostro arrivo mise in grandissima agitazione quegli abitanti sedotti, riscaldati da pochi briganti, i quali sparsero subito che noi eravamo là arrivati per distruggere

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 l’Uffizio di Sanità, i tribunali giudiziarj, per verificare l’incendio delle case di alcuni taumaturghi di quel riparto... Queste non furono che vane voci; un nostro proclama sul momento pubblicato, l’esecuzione del cambio della guarnigione ha dissipato i timori, e noi fummo accolti con molta esultanza da tutti. Si siamo trasferiti nel celebre casino. Ivi fu adunata a nostra richiesta una popolosa sessione. Espose l’anziano C(avalie)r di Siila gl’oggetti che avevano condotto la Commissione Imperiale a Lixuri. Ella voleva sentire dai più savj quali erano le cause della minacciata divisione con Argostoli e per qual sconsigliato partito volevano perdere il più grande, il più prezioso dei beni che accordava a quel riparto, come ad ogni altro, l’inviolabile costituzione.

A questo breve ma energico discorso rispose il sig(nor) Liberale Tipaldo Pretenderi in maniere bensì cortesi, non però precisi e tali che ci abbisognavano. Doglianze, meraviglie, dubbj, perplessità, incertezze. Qualche altro sig(nor) che assisteva all’adunanza prese la parola e con più francezza entrò in arringo, dimostrando che verso i sig(nori) di Argostoli non potevano avere confidenza, perciochè l’esperienza li aveva abbastanza documentati in tutti i tempi che i loro diritti avrebbero certamente perduto della loro utile essenza, se anco si preservassero sotto altre modalità o forme; che quindi il loro allontanamento e la loro separazione da Argostoli era necessitata dal presentimento che avevano che la loro vera libertà si andava presto a mutare in schiavitù; che in fine erano determinati di sacrificare tutto alla preservazione della loro indipendenza da Argostoli.

Rispose il C. Capodistria; la diffidenza non è propria di chi sa di esigere giustizia e di chi vede dinanzi un giudice che deve amministrarla severamente con sua responsabilità. Lixuri poteva diffidare per abitudine delli s(ignori) di Argostoli, non lo doveva per riflessione dei Commissarj Esecutori, che avevano manifestato più volte a quel riparto le loro istruzioni, il loro divisamento... È colpa di Lixuri senza giustificazione il non aversi diretto con suoi legati ai Commissarj; è colpa il tumultuare poggiando sui semplici sospetti; è colpa sottrarsi e negarsi a quella associazone che è voluta dalla legge, adducendo per tutta causa un φ. 2 sospetto non confermato da nessuna apparenza. Si emendi dunque / prontamente un errore. Si elegano quattro sig(nori) che godano la pubblica opinione; questi vengano il più presto a conferire degli affari della loro patria coi commissarj, coi più saggi di Argostoli, senza armi, senza combriccole, senza progetti rivoluzionarj, colla riflessione fredda e tranquilla discutendo pazientemente le proposizioni; si verrà certamente a capo di ogni impresa e colla maggior pace si convertiranno tutte le differenze e contrasti in uguaglianza, armonia, accordo. Chiuse il suo discorso il C.

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 Capodistria dimostrando che la Repubblica doveva essere il più presto instituita; che i sovrani protettori lo volevano; che la clemenza benefattrice di Alessandro I, Imp. di tutte le Russie, accordava alla Repubblica una forza imperiale e che sarà questa forza, che desidera in fine le questioni, qualora ragione, amicizia, patriottismo spontaneo non vogliano concorrere, per far sorgere questo nuovo governo sulle basi della reciproca confidenza e persuasione. Si fini coi più animati evviva alla nuova Repubblica, ciò che promosse la letizia ed il contentamento generale... Fini brillante quella giornata. Si inspirò nel popolo la fiducia che il loro Uffizio alla Sanità, i loro tribunali di giustizia resteranno intangibili, e tutto sarà verificato con pieno contentamento di tutti.

La gita nostra non poteva essere più fruttuosa. Abbiamo subito nel giorno seguente ricevuto gl’uffiziali rapporti delle provenienze da quell’ Uffizio di Sanità, ciò che non avevamo mai veduto prima. I membri della Commissione sono intervenuti nelle sessioni regolari. Qualche tranquillità vi fu a Lixuri ed abbiamo potuto, anzichè tener divise, separate le nostre forze ed attenzioni riunirle in un solo punto e per quella parte, dove il pericolo poteva essere più imminente.

Per terminare ciò che per ora riguarda Lixuri aggiungemo che l’elezione dei quattro deputati a conferenza fu differita, crederemmo, per le accusate ragioni. Sappiamo poi oggi per una lettera ricevuta da alcuni di quei sig(nori) che nel giorno dei 9 corrente anno verificato la nominata elezione di molti soggetti investindoli del diritto di parlare a nome di tutti.

Noi non vorremmo occuparsi con una moltitudine, aggradiremo bensì di sentire quattro o cinque di quei saggi patrizj che possono tranquillamente dar delle notizie, ritraere e convenire dei risultati e raffredare con la loro prudenza· quella vulcanizzata popolazione, metterla poi nella via del giusto e della convenienza. Attendiamo ciò con impacienza e non sappiamo disperare di successi vantaggiosi.

Rassegnaremo ora gl’avvenimenti parziali di Argostoli, di Livatò. Unita nel giorno dei due la Delegata Commission di Sicurezza Pubblica, φ. 2V abbiamo riscontrato / varj rapporti, deposizioni, esami verbali, dai quali sempre più eravamo confermati che la minacciata irruzione rusticana sotto quei stessi stendardi e duci, che portarono la fatale rivoluzione di Agosto, si approssimava a gran passi verso la città e la marcia andava a farsi con qualche militare regolarità, approvvigiamenti copiosi di munizioni da guerra e da bocca, leva forzata di pacifici villani, guastatori forniti di manaje, bitumi, in somma apparati di una spezie assai stravagante ed insieme minacciosa. Si trattenne ogni determinazione risoluta fino alla più chiara precisione ed esattezza delli riscontri.

1. Χφ.: prodenza

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 I documenti che si onoriamo di accompagnare (a. cart. n° 10) mostrano ad evidenza la marcia regolare di duecento e più armati, partita dalla villa Omala e direttasi a cassa battente verso Livatò, le sacre cerimonie, l’acquartieramento nella villa Focata, la confermazione del progetto di distruggere la città di Argostoli.

Sembrerebbe strano e pazzo questo divisamento. Ma gli appoggi, la confluenza delle linee del disegnato piano verso molti punti che stavano in questa stessa città, la seduzione imponente di un ricco bottino nelle doviziose cose di questi signori, la versatilità dello spirito di quei rustici, ai quali era affidata la custodia esterna di una città senza recinti; le più scrupolose ricerche fatte da noi consigliando, simulando con molti abitanti di Argostoli, le precise conoscenze che abbiamo ritratto, l’incoraggimento in cui erano i villani armati, ai quali si fece credere che la nostra truppa doveva ritirarsi all’arrivo di una irruzione al lazzaretto per restare in aspettazione; tutto questo prospetto, tranquillamente contemplato, ci fece pensare che, se anco non fosse stata verificabile l’impresa di invadere la città, certamente il disordine, lo sconvolgimento di qualche rusticana zuffa a breve distanza da noi avrebbe messo in gravissimo pericolo la città, confusa, inviluppata la direzione che tener si doveva dalla nostra forza. Compromessa quindi la sicurezza di tutti e perduta certamente la campagna, qualora si avesse lascialo1 tranquillo l’acquartieramento degl’ insorgenti e dei pirati a cinque sole miglia dalla città; perduta una volta la campagna, allora nè mila nè due mila nè sei mila soldati di qualunque nazione ci fossero bastarebbero a domarla senza scagliar fulmini da tutte le parti, ferire ed imperversare, senza riguardo, sopra i rei, come sopra gl’innocenti. Giacché la necessità avrebbe fatto indossare l’abito di fellonia a tutti generalmente, la preziosa pertinenza di Livatò, all’ eccezione di qualche villa, si è dimostrata leale resistendo a forza di dar suffragi agl’ φ. 3 eroi della rivolta. Non meritava ella le nostre cure? / Pure ella sarebbe stata alla fine costretta di prender necessariamente parte o con i ribelli o di battersi con essi.

Noi dovevamo restarsene oziosi alla vista di tanti pericoli? Di tanta sovversione imminente? Avressimo mai potuto sperare di ridonar quest’ isola alla Federazione?

Si siamo dunque determinati di operare e malgrado l’imperiosità dell’ urgenza noi abbiamo con tutta la freddezza e metodo trattato questo grave argomento.

Si è ordinata la spedizione (n° 1) nel dopo pranzo dei 2 del sig(nor) Magg(ior) della piazza Anastasio Foca, militare che diede in più circostanze saggi di valore e di determinazione patriottica, con una centuria

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 ria di civichi e territoriali soldad. Egli occupò l’avanti posto di Cocolata, posizione montuosa che guarda la villa Focata di rimpetto. Abbiamo spedito pure in quell’istesso istante due abili bassi uffiziali coll’ ordine di prendere tutte le topiche e geografiche posizioni, puntarle e conoscere di fatto la situazione dell’inimico, verificarla col loro ritorno. Abbiamo ritratto le più esatte notizie. È preso il Militare Consiglio con il sig(nor) Comandante e con il sig(nor) Col(onnello) Pieri, destinato direttore e comandante di quella spedizione. Si è fissato per le ore 3 1/2 la spedizione della nostra truppa. Si estesero, si consegnarono le istruzioni relative, come si vedrà nell’ annesso n(umero) 2. Il n(umero) 3 farà vedere un’ altra istantanea misura che si è presa e di cui si è fornito il s(ignor) Col(onnello) per tranquillizzare i buoni pacifici abitanti della campagna, per soggezionare quelli di cui le direzioni potevano essere equivoche.

Il n(umero) 5 presentala all’E.V., aH’Ecc(ellentissi)mo Senato il rapporto, la fedele puntuale narrazione che ci fece il strenuo s(ignor) Col. Pieri, che in questa, come in tutte le altre occasioni diede i più luminosi saggi di eroismo e di patriottismo il più esemplare e degno di imitazione.

I degni suoi alunni, i giovani uffiziali si portarono meravigliosamente. Il nostro Cap. Teotochi a viva forza ha voluto lasiarci per correre l’arringo marziale.

Il sig(nor) Maggior della piazza Anastasio Foca si è valorosamente battuto e diede prove di una rara moderazione e filantropia. Egli merita certamente onorata menzione, come tutti gl’altri, ed uffiziali, nostri ed urbani, e soldati che ottennero indistintamente e con nobile gara ed entusiasmo l’onorata palma della vittoria.

Chi espone il suo petto alle ferite, chi non è educato a questo esercizio, chi non si batte per principj col suo trionfo è una fiera nè vai a φ. 3V trattenerla ordine o forza. / Non è dunque strano, se alla vittoria di Focata si è associato lo spoglio esteso ed illimitato di quell’esteso villaggio. Un’ esemplare e memorabile punizione si era prescritta, non un generale sacco, ma i rustici che si sono battuti sentivano qualche moderazione, pur diedero il fatale principio... La fama ha volato. Ed ecco in un subito a torme a torme da tutte le parti rustici che non appartenevano alla spedizione minacciare la prosecuzione della più orrenda pirateria.

Il zelante, l’attentissimo nostro Colonnello ripara a tutto sul momento, ci passa subito avvisi. Noi ripariamo pure facendo subito correre araldi e pubblicare l’annesso editto, n(umero) 6.

Il ritiro, ben consigliato, della nostra truppa, la pubblicazione dell’editto fece sospendere la prosecuzione della strage.

Sopravviene la notte. Il nuovo giorno fa vedere ancora in vari gruppi nascosto un immenso siame di villici, che tutti ansiosamente aspettavano

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una nuova spedizione per approfittate delle spoglie. La loro permanenza qua e là mise il terrore nell’isola tutta e noi si siamo affrettati di arginare il disordine, inspirare fiducia e mettere la tranquillità sui buoni. Si fece pubblicare nuovamente l’editto 3 Giugno. Si spedirono in campagna i primati i sacerdoti di più ville per persuadere i villici di ritirarsi. Ma tutto fu vano, abbenchè non siano successi nuovi disordini.

Nel giorno 3 di Giugno trovandosi ancora in varie guise minacciata la sicurezza e la proprietà, spezialmente di quei di Livatò, si prese dalla Commissione Delegata di pubblicare l’annesso editto, n(umero) 7. I zelanti membri della stessa Commissione, il sig(nor) Demetrio Pignatorro, il sig(nor) Spiridion Corafà Giambattista, il sig(nor) Nicolò Anino, si portarono personalmente in campagna e col fatto fecero sparire tutta questa minacciosissima turba. A maggior tranquillità e sicurezza di Livatò si è là spedito il Cap(itano) Mattei con cinquanta soldati e vi restò per quattro giorni con vero contentamento e soddisfazione di quella pertinenza. Oggi tutto è tranquillo. Non vi sono più attruppamenti attentatori nella campagna. Un nostro soldato gira l’isola tutta, porta degl’ordini e si obbediscono sull’ istante.

Ci siamo onorati di partecipare in sommario all’E.V. gl’effetti salutari e prodigiosi della gloriosa spedizione 3 Giugno.

Diremo adesso soltanto dei CC. Metaxà. Il C. Andrea si è rintanato nella sua villa / di Omalà, mal sicuro di se stesso e timoroso di un’ombra... Il suo fratello C. Cesare, ramingo per l’isola, cercava forse asilo e sicurezza altrove... Dimandò con sua supica, n(umero) 8, il C. Andrea di essere dalla pubblica forza scortato e garantito nel suo passaggio per mettersi alla disposizione della giustizia. Si accordò, fu con tutta l’indulgenza trattato, si mandò il Cap. Capodistria nella notte 9 corrente con sei ordinanze nella sua villa e di là lo trasferì sul bordo del pubblico russo naviglio che è ancorato in questo canale.

Il volgo che è sempre volgo e che si fa pensare e ziarlare come si vuole cominciò a tumultuarsi per aver veduto questo trattamento del Conte Metaxà... Noi lo abbiamo trascurato nè ci imposero le minaccie le più strane ed insieme considerabili.

L’editto oggi pubblicato, n(umero) 9, mostrerà con evidenza la direzione che abbiaso, le cause, gl’effetti che si dobbiamo promettere. Noi siamo astretti di trattare questo sfortunato con la più severa giustizia, appunto perchè una popolazione la quale avrebbe il diritto di reclamare, ma che eccitata, infiammata da mandici animatori, ferocemente reclama le rivoluzioni passate e quest’ultima ed esige una pronta deliberazione, la quale mostri a tutti che il nobile reo non è che più reo di qualunque altro uomo il quale commettesse lo stesso delitto.

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 L’esimia virtù è sapere di V.E., Sereniss. Principe, illuminerà (e lo imploriamo colla maggiore sollecitudine) le nostre menti in questa che è e va a divenire da giorno in giorno più stringente circostanza. L’impa cienza di sentire il giudizio di quest’uomo non sarà tanto ragionevole, ma presso questi abitanti ella si fa imponente, e non sapressimo bene predire in quali eccessi potessero portare il contrasto, la resistenza dalla parte nostra. Diciamo eccessi; e l’ultima parte dell’editto di oggi ne sarà una prova.

Non cederemo di una linea alle pretensioni ardite, capriziose o ree, sosterremo con forza i diritti del Governo, gl’interessi della Federazione. Ci siamo riusciti nell’ epoca per noi la più calamitosa. Oggi non vi devono essere ostacoli.

La prudenza solo ci trattiene da ulteriori determinazioni, appunto perchè speriamo l’autorevole presidio russo che abbiamo implorato e che ci siamo lusingati di avere col pubblico legno qui arrivato. Da questo il compimento felicissimo dell’opera nostra senza fuoco, senza canone, senza devastazioni. Da questo lo scioglimento delle legioni villane. Da questo il riordinamento ed il ristauro di questa finanza locale. Da questo l’utile associazione di quest’isola alle altre nel componere il federativo governo.

φ. 4V / La bell’opera, la vasta e difficile impresa, non esige meno di cento soldati Russi nè importarebbe molto altra pubblica forza navale, basta che a governo instiuito si possa lasciare in Cefalonia una guarnigione conveniente, composta da Russi e da nostri.

Agli altri punti che risguardano le venerate lettere di V.E. ci riserviamo di dare risposta, mandando anco l’effettuazione degli ordini stessi.

Siamo con pienissimo ossequio e considerazione

Argostoli 12 Giugno 1801 Di V E

GIOV. C. DI CAPODISTRIA, Deleg. C.I.

φ. 1 /Κάτω: AS.E. il Serenissimo Principe e Preside del Federativo Consesso

in Corfu

Άνω δι’ ετέρας χειρός: Ν° 19 in tre fogli con inserte venti.

Εξοχώτατε Πρίγκιψ,

Έχομεν χρέος να λογοδοτήσωμεν προς την Υ. Ε. δι’ ό,τι συνέβη εν τη νήσω ταύτη από της 1ης Ιουνίου μέχρι της σήμερον. Συνδυάζομεν το καθήκον τούτο μετά πλείστου ενδιαφέροντος και μερίμνης, καθόσον η εκπλήρωσίς του πλήρως μας κάμει να ελπίζωμεν ότι εκ των σεβαστών αποκρίσεων της Υ. Ε. δύνανται τα βήματά μας να λάβωσι κατεύθυνσιν μάλλον καθωρισμένην και αποφασιστικήν, η ημετέρα επιχείρησις δύναται να λάβη την

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    άκτις φωτός, η οποία να διαλύση εκείνα τα σκότη, εντός των οποίων περιπλέκονται τα πράγματα, διά να αφοσιωθώμεν απερισπάστως εις την υπόθεσιν της Πολιτείας μας1. Ο ιππότης κύριος Μπενάκης δύναται μόνος να κατορθωση ώστε οι καλοί ούτοι ανθρωποι να εξέλθουν εκ της πλάνης. Η επιχείρησις αύτη θα δυνηθή να είναι λίαν επωφελής και χρήσιμος εις εκείνας τας άλλας, αι οποίαι θα έπρεπε να πραγματοποιηθούν, διά να κερδίσωμεν εκ νέου εις την Ομοσπονδίαν εκείνην την νήσον.

    Διατελούμεν μετά βαθέος σεβασμού και υπολήψεως

    ΙΩΑΝΝΗΣ ΚΟΜΗΣ ΤΟΥ ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑ

    Αντιπρόσωπος της Αυτοκρατορικής Επιτροπής

    φ.1 / Κάτω: Προς την Α.Ε. τον Πρόεδρον του Επτανησιακού Ομοσπονδιακού Συμβουλίου Κέρκυραν

    Άνω: Αρ. 6 εις τρία δίφυλλα μετά συνημμένων δεκαοκτώ.

    Δι’ ετέρας χειρός: Την 17 Μαΐου 1801 π. η. παραλαβή.

    3

    Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Κιβώτιον 7, αρ. 8

    Eccellentissimo Principe,

    La tranquillità, la pace in quest’isola si va da giorno in giorno viepiù stabilindo. Affinchè questo stato sia assoluto, non ci resta che tranquillizzare Lixuri e Livatò, che sentono tuttavia gl’eccitamenti dei briganti e rivoluzionarj. Si travaglia attualm(ent)e con questo divisamento, si scrissero varie lettere private, si spedirono jeri dei missionarj, onde assicurino quei rustici abitanti e quei patricj rusticani che d’ora innanzi non si avrà in animo che la loro pienissima soddisfazione perchè questa sia concorde alla legge, alla giustizia, all’imparcialità. Ne aspettiamo gl’effetti. E li speriamo favorevoli.

    Queste direzioni saranno più valide, più efficaci, lorchè le addotterimmo, essendo anco nel caso di tranquillizzarli con la forza. Ed è questa forza, sono questi Presidi che abbiamo implorato; ci furono promesi; aspettiamo con impacienza.

    Si aggiungi a quanto ebbimmo l’onore di dimandare col nostro dispaccio 30 passato il bisogno di otto mortaretti coi loro accompagna-

    1. Επί του περιθωρίου : Ζάκυνθος.